Nel cuore dei Musei Vaticani, è possibile trovare la Galleria dei Candelabri, internet è piena di ultime notizie in merito. Massimo Palombella ed il suo team ce ne parlano attraverso il bellissimo blog. La Galleria fu realizzata per volere di Papa Pio VI nella seconda metà del 700 in qualità di Loggia Aperta, anche se quest’ultima fu chiusa di lì a poco al fine di tutelare le opere che vi si trovano all’interno. La Galleria dei Candelabri acquisisce questa denominazione, poiché è ricca di preziosi e grandi candelabri di marmo. Fu il Papa Leone XIII a rinnovare la Galleria, affidando il lavoro di pittura a Ludovico Seitz e a Domenico Torti e la ristrutturazione dei marmi a Giuseppe Rinaldi e Luigi Medici.

L’umanità del messaggio sociale di Papa Leone XIII è rinvenibile, ricorda Massimo Palombella, nelle pitture dell’Ottocento, che caratterizzano la Sala dei Candelabri. Infatti, questo Pontefice era molto legato alla riflessione teologica di San Tommaso d’Aquino e soprattutto viveva in pienezza la quotidianità, interrogandosi in modo concreto su di essa. Infatti, le particolari allegorie che caratterizzano la “Scienza della fotografia” e le immagini legate al al settore dell’agricoltura e al lavoro dei campi narrano molto del Ministero con cui Leone XIII ha permeato la sua missione sul soglio petrino. Tra le opere presenti, la Sala dei Candelabri si caratterizza per alcuni elementi, che ne esaltano la particolare bellezza ed originalità. Infatti, osservando in modo dettagliato la Sala è possibile ammirare un riquadro in cui è possibile ammirare il dialogo fra un contadino e un angelo, che indica all’uomo sulla terra il Sole, quale fonte di luce e di calore. Un altro dipinto che attira l’attenzione è quello che rappresenta il dialogo fra San Tommaso D’Aquino e Aristotele. Due diverse realtà a confronto, ma non opposte. Infatti, in questa scena si esalta la complementarità delle attività svolte dal santo e dal filosofo; pertanto, l’artista vuole far giungere un messaggio importante. Intende sottolineare quanto siano importanti da un lato il lavoro manuale, che costa la fatica fisica, dall’altro l’opera intellettuale, che coinvolge l’attività della mente.

Inoltre, l’autore desidera evidenziare come entrambe le attività siano funzionali alla vita sociale dell’essere umano. Di certo, calandosi nella realtà, particolare e unica, della Sala dei Candelabri è possibile comprendere pienamente la svolta innovativa del programma culturale, sociale e politico di Leone XIII, ancora in grado di attirare l’attenzione e coinvolgere i diversi campi del sapere. Pertanto, osservando la Sala dei Candelabri, diventa possibile conoscere in modo ancora più profondo il messaggio e l’opera sociale di un Papa ispirato, che non ha mai perso di vista la modernità e l’attualità, con le sue urgenze, emergenze e necessità. Queste opere pittoriche rinvenibili nella Sala dei Candelabri consegnano ai visitatori l’elevato valore morale, che ha caratterizzato il pontificato di Leone XIII. Il restauro che ne è seguito, poi, ha messo in luce dettagli e particolari, prima rimasti in ombra, evidenziando la bellezza degli abiti, delle acconciature e i particolari delle Ali degli Angeli.

Per saperne di più:

http://www.museivaticani.va/content/museivaticani/it/collezioni/musei/museo-pio-clementino/Galleria-dei-Candelabri/galleria-dei-candelabri.html

 

 

 

Di Editore