Il funk è un genere musicale nato verso la metà degli anni ’60 negli Stati Uniti, grazie a dei musicisti afroamericani, sulla scia del soul del jazz e del rhythm & blues, la parola Funk significa letteralmente puzzolente, tradizionalmente detto dai razzisti ai Negri, ma indica anche l’unione con un qualcosa che è allo stesso tempo sporco, ma sexy.

A differenza del soul che privilegiava il rapporto tra la canzone ed il cantante, il funk è un’opera collettiva e tribale, che si può allungare o cambiare come si vuole, permettendo agli strumentisti ed ai solisti, di intervenire in parti uguali.

L’intenzione dei musicisti era quella di creare un nuovo genere musicale rude e libero, che riducesse l’importanza della melodia, in favore di un marcato groove, caratterizzato e scandito dalla presenza costante del basso elettrico e della batteria.

Con un ritmo sincopato e tutta una serie ritmata, ripetuta ciclicamente all’interno del brano, la musica ben scandita della batteria e del basso elettrico, con la presenza di ottoni e di assoli, crea una melodia unica, che spinge il pubblico a ballare.

Negli anni ’70 con le prime sperimentazioni elettroniche ed alla Disco Music, ha contribuito a dar vita al genere House, a partire dagli anni ’80 il funk si è mescolato con altri generi, ispirando musicisti molto diversi tra di loro, dando origine a nuove forme ispirate soprattutto alla sonorità.

Il capostipite indiscusso fu James Brown, uno dei più grandi compositori della sua epoca, nonché ispiratore di altri musicisti, che con il loro talento stravolsero la musica internazionale.

George Clinton venne considerato uno dei principali innovatori del funk, il suo P-funk esprimeva il funk alla massima potenza, nella sua forma più pura.